Conosci Tu Stesso

perché “la verità si riconosce unicamente nella voce sincera dell’anima che lotta per la conoscenza” (1)
e perché “il sentimento e la comprensione della verità sono in ogni uomo”. (2)

Conosci tu stesso è per coloro che cercano una via di conoscenza che li possa collegare alla realtà e che poggi sulle salde forze di un’interiorità onesta con se stessa, ardita nell’osare abbandonare abitudinarie sicurezze, libera da dogmi e tradizioni e poggiante su un sano buon senso e capacità di discernimento.

La fonte è l’Antroposofia (= conoscenza dell’uomo) o Scienza dello Spirito di Rudolf Steiner, “una via di conoscenza che vorrebbe ricondurre lo spirituale che è nell’uomo allo spirituale che è nel cosmo”.

Conosci tu stesso perché nell’uomo è insito l’anelito alla conoscenza in quanto il mondo, con l’infinità dei suoi colori, delle sue forme, dei suoi suoni, gli giunge a tutta prima come un enigma. È inevitabile rendersi conto che, per quanto i nostri occhi percepiscano una realtà, noi ci muoviamo in essa come dei ciechi dal momento che non ne conosciamo il senso, la direzione, l’essenza. Solo una vera conoscenza può creare i fili che intessono l’esistenza umana ai processi evolutivi cosmici, attraverso una scienza che varca la soglia del mondo sensibile per diventare una scienza del mondo sovrasensibile, una scienza dello spirito.

“Solo dalla conoscenza del mondo soprasensibile la ‘realtà’ sensibile acquista significato […] Può diventare un uomo realmente ‘pratico’ soltanto chi comprenda la vita […] Si può infatti assolvere il proprio compito umano anche ignorando la botanica, la zoologia, la matematica e le altre scienze; ma non si può essere ‘uomini’ nel pieno senso della parola senza essersi in qualche modo accostati alla conoscenza della natura e del destino dell’uomo, rivelati dalla conoscenza soprasensibile”. (3)

Qualcuno però potrebbe obiettare: ma la conoscenza umana non può varcare i limiti del sensibile e l’unica conoscenza possibile è quella scientifica rivolta al mondo sensibile, tutto il resto sono solo fantasticherie!
“Si deve ammettere che sono state addotte ragioni per dimostrare che la conoscenza attualmente considerata scientifica non può penetrare nei mondi soprasensibili, e queste ragioni, sotto un determinato aspetto sono irrefutabili” e possiamo concordare che “la capacità conoscitiva normale deve arrestarsi davanti ai mondi sovrasensibili”. (4)

E allora?
Conosci tu stesso perché per conoscere la verità in primo luogo dobbiamo tendere verso di essa e per farlo dobbiamo cominciare superando il limite di associare la parola verità a qualcosa di dogmatico e unilaterale e restituirle la sua valenza di abbraccio saggio e amorevole. Soltanto se comprenderemo l’esistenza di un’unica verità, l’umanità potrà unirsi al di là dei colori delle singole anime e della molteplicità delle esperienze. Quando finalmente la si comprenderà, la parola verità rivelerà tutto l’amore che la compenetra.
“L’amore e la solidarietà non si manifesteranno nel corso dell’evoluzione umana per il fatto di venir proclamati. L’umanità verrà condotta all’unione fraterna piuttosto attraverso la conoscenza spirituale stessa. Per introdurre la fratellanza generale tra gli uomini non esiste altro mezzo che la diffusione nel mondo delle conoscenze occulte. Si continui pure a parlare di amore e di fratellanza fra gli uomini, si fondino migliaia di associazioni: esse non raggiungeranno lo scopo per il quale sono state costituite, anche se ottime erano le intenzioni. Bisognerà invece sapere e fare quel che è giusto per poter raggiungere l’unione fraterna fra gli uomini. Soltanto uomini che vivano le verità occulte, valide per tutta l’umanità, potranno riunirsi nell’unica verità. Come il Sole riunisce tutte le piante che tendono verso di lui mantenendo ognuna la propria individualità, così la verità deve essere unica, e tutti devono tendere ad essa; soltanto allora gli uomini si ritroveranno. Essi devono lavorare e tendere con energia alla verità; soltanto allora essi potranno vivere in modo armonico.
Si potrebbe obiettare che tutti tendono alla verità, ma che esistono diversi punti di vista e che da essi derivano contrasti e differenze. Si tratta però allora di una conoscenza della verità non ancora abbastanza approfondita. Non bisogna obiettare che ci possono essere diversi punti di vista a proposito della verità; prima di tutto occorre invece sperimentare che la verità non può essere che una sola. Essa non dipende da una votazione popolare, ma è vera in se medesima. O forse si pensa di poter votare che la somma dei tre angoli di un triangolo è uguale a 180 gradi? Che nessuno, oppure che milioni d’uomini siano d’accordo, è indifferente; quando sia stata riconosciuta una verità, essa è vera e valida per singolo. Per la verità non vale la democrazia. Quelli che non concordano non sono ancora progrediti a sufficienza verso la verità e da ciò provengono tutti i contrasti in materia”. (5)

In secondo luogo dobbiamo renderci conto che l’unico ostacolo alla conoscenza della verità siamo noi stessi, con i nostri pregiudizi, le nostre credenze, le nostre abitudini interiori, i nostri desideri, le nostre aspettative. Ecco perché la conoscenza chiede alla nostra anima di lottare, ma non contro un nemico esteriore, bensì solo per vincere se stessa e porsi al servizio della conoscenza, invece di piegare la conoscenza al proprio servizio. Perché è l’uomo stesso lo strumento della conoscenza, non i microscopi o i telescopi, ma solo una severa autoeducazione può renderlo uno strumento cristallino su cui il cosmo possa riflettersi.
“La facoltà conoscitiva umana può essere rafforzata, rinvigorita, così come può essere rafforzata la capacità visiva degli occhi. I mezzi però che servono a rinvigorire la conoscenza sono di natura spirituale; sono processi interiori, puramente animici (…). La vita animica normale è vincolata agli strumenti del corpo; la vita animica rafforzata se ne rende libera”. (6)

Conosci tu stesso, nella più ardita spregiudicatezza, con apertura e mobilità interiore, perché la saggezza non è una somma di concetti incasellabili.
“Guardando un poco all’avvenire, già più non valgono i concetti usati per il passato e per il presente. È fondamentale che l’uomo non consideri saggezza eterna un bel concetto che sia riuscito a formulare. Ci si dovrà abituare, e sarà un progresso, a rendere elastici i nostri concetti e a riconoscere che i concetti medesimi si modificano. Chi vuole aiutare l’avvenire dovrà educare in sé la possibilità di passare da concetti rigidi e dogmatici ad altri più fluidi. Come cambiano i tempi, così devono modificarsi anche i nostri concetti, se vogliamo capire l’evoluzione”. (7)

E soprattutto conosci tu stesso non solo per puro godimento intellettuale, ma per immettere nuovi impulsi nel mondo.
“Agisce in modo egoistico chi vuol conoscere soltanto per poter guardare nei mondi superiori. Chi invece desidera immettere le conoscenze acquisite nella pratica immediata della vita quotidiana, lavora per il progresso della futura evoluzione dell’umanità. È molto importante che s’impari sempre di più a mettere in pratica la scienza dello spirito”. (8)

Conosci tu stesso perché i tempi urgono ed è importante che ne comprendiamo le sfide e gli impulsi evolutivi.
Abbiamo bisogno di un sano impulso che generi pensieri che vanno tanto veloci quanto i fatti (…). Chi oggi ha intenzioni serie, sa quanto velocemente dovrà avvenire il cambiamento sia nel modo di pensare che in quello di agire se non vogliamo restare indietro e finire nella miseria e nella distruzione”. (9)

E ancora tu stesso conosci te stesso perché non possiamo coltivare domanda più fondamentale, più grande e più totale di quella che possiamo rivolgere soltanto a noi stessi e cioè: “Chi sono io?”
Conosci tu stesso perché profondo e inarrestabile è l’anelito umano alla libertà e solo una vera conoscenza ci può condurre ad essa.
“Conoscerete la verità e la verità vi renderà liberi”.

1. (L’Iniziazione, p. 89)
2. (Teosofia, 16)
3. (Teosofia, 11 e 18)
4. (La scienza occulta, 16-17)
5. (La saggezza dei Rosacroce, 142-143)
6. (La scienza occulta, 18)
7. (La saggezza dei Rosacroce, p. 144)
8. (La saggezza dei Rosacroce, p. 149)
9. (Il coraggio della libertà nella vita sociale, p. 38)